Campione casino

Campione casino

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Casinò di Campione

Il Casinò di Campione d'Italia è la più grande azienda di Campione d'Italia, l’exclaveitaliana in provincia di Como racchiusa nel Canton Ticinosvizzero e situata sulla costa orientale del lago di Lugano.

Il Casinò ha riaperto il 26 gennaio dopo tre anni d'inattività a seguito della dichiarazione di fallimento del 27 luglio , revocato dalla Corte di Cassazione nel dicembre [1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo Casinò Municipale di Campione fu fondato nel , durante la I guerra mondiale, rimase aperto per due anni poi chiuse il 19 luglio Riaprì definitivamente alcuni anni più tardi, il 2 marzo

Il 9 maggio , nelle immediate vicinanze della prima sede, fu inaugurato il nuovo palazzo. Il progetto venne realizzato dall'architetto svizzero Mario Botta, per un costo d’impresa generale di circa milioni di franchi svizzeri e una spesa complessiva di circa milioni di franchi svizzeri (pari a circa milioni di euro alla data di consegna). La struttura, alta 9 piani per m², è stata costruita negli spazi adiacenti alla vecchia ed è ben visibile da tutto il lago sul quale sorge, grazie a sistemi di illuminazione innovativi e originali, dalla colorazione rossa. Appena inaugurato, ci sono state alcune critiche che hanno definito la nuova sede un "ecomostro" per l’imponente cubatura spigolosa, nonostante la firma illustre.[2]

Nel il Casinò ha festeggiato gli 80 anni di attività.

Fallimento, procedimenti giudiziari e revoca del fallimento[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 luglio il Tribunale di Como ha dichiarato fallito il casinò. La richiesta di fallimento era stata presentata dalla Procura di Como in seguito all'impossibilità da parte del casinò di versare le quote dovute al Comune di Campione, unico socio, provocandone il dissesto finanziario.[3] A chiedere il fallimento della casa da gioco è stato il pubblico ministero Pasquale Addesso a seguito del debito milionario creatosi con il municipio. Già al 30 aprile infatti i debiti ammontavano a € milioni, di cui 42 spettanti al comune di Campione d'Italia.[4]

Gli indizi di un possibile fallimento si erano già presentati all'inizio dell'anno, con il licenziamento collettivo di dipendenti su , decisione definita dal sindaco dell'enclave Roberto Salmoiraghi e dall'Amministratore unico Marco Ambrosini come "atto dovuto in risposta all'istanza di fallimento chiesta dalla Procura di Como".[5]

Al fallimento del casinò sono seguiti nel la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune, le dimissioni di quattro Consiglieri e il successivo scioglimento del Consiglio Comunale eletto nel ,[6] la nomina di un Organismo Straordinario di Liquidazione e di un commissario prefettizio e l'ulteriore licenziamento collettivo di 86 dei dipendenti in pianta organica del municipio, con disservizi notevoli per la popolazione residente.[7] La decisione è stata inizialmente sospesa d'urgenza dal TAR, e infine confermata a giugno del dal Consiglio di Stato.[8]

Nel dicembre del , la Corte di Cassazione ha revocato la sentenza di fallimento del La società ha così potuto presentare una domanda per l'accesso alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale. La proposta di concordato presentata dalla società prevede la riapertura della Casa da Gioco e la riassunzione di una considerevole parte degli ex dipendenti.

Il concordato preventivo[modifica | modifica wikitesto]

Nella primavera del , la società ha depositato presso il Tribunale di Como domanda piena per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale. La domanda è stata accolta dallo stesso tribunale che ha così ammesso formalmente la società alla procedura nominando i commissari giudiziali e fissando l'adunanza dei creditori per il voto sulla proposta.

Conseguenze sociali ed economiche[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della chiusura della casa di gioco e il licenziamento collettivo dei dipendenti,[9] l'exclave di Campione d'Italia ha visto una drastica diminuzione di turisti attirati dall'esercizio del casinò. Ciò ha comportato un rapido peggioramento delle condizioni economiche e sociali della popolazione residente nell'exclave italiano.[10]

La riapertura e la ripresa[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 gennaio , dopo tre anni e mezzo di chiusura la casa da gioco è stata riaperta, riassumendo persone, ex dipendenti.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^thisisnl.nl
  2. ^Quando l'architettura trasforma le città - ma anche «Troppi ecomostri con firme illustri», su thisisnl.nl URL consultato il 25 marzo .
  3. ^Campione d’Italia in ginocchio dopo la chiusura del casinò, su thisisnl.nl, 11 febbraio URL consultato il 3 giugno .
  4. ^Fallimento del casinò di Campione d'Italia, chiuse le indagini: tra i 19 sotto accusa c'è anche l'ex sindaco, su la Repubblica, 26 maggio URL consultato il 3 giugno .
  5. ^Campione d'Italia, chiuse le indagini: abuso d'ufficio per 2 ex sindaci. "Rinunciarono a crediti dal casinò provocando crack del comune", su Il Fatto Quotidiano, 26 maggio URL consultato il 3 giugno .
  6. ^Campione d'Italia: i consiglieri comunali si dimettono e scrivono a Salvini, su Prima Como, 20 agosto URL consultato il 3 giugno .
  7. ^ Redazione, Comune di Campione d’Italia, la sentenza del Consiglio di Stato: «I licenziamenti sono legittimi», su thisisnl.nl URL consultato il 3 giugno (archiviato dall'url originale il 29 giugno ).
  8. ^Campione d'Italia il Consiglio di Stato conferma gli 87 esuberi in Comune, su Prima Como, 28 giugno URL consultato il 3 giugno .
  9. ^Casinò di Campione d'Italia: licenziamento per lavoratori, su thisisnl.nl URL consultato il 3 giugno (archiviato dall'url originale il 3 giugno ).
  10. ^ ROBERTO CANALI, Campione, a due anni dal crac poveri e soli, su Il Giorno, URL consultato il 3 giugno .
  11. ^thisisnl.nl

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su thisisnl.nl URL consultato il 31 maggio .
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